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Arriva " El nino"! l'ondata di caldo che cancella l'inverno! da LASTAMPA
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Pagina 1 di 1
Arriva " El nino"! l'ondata di caldo che cancella l'inverno! da LASTAMPA
Arriva "El Nino", l'ondata
di caldo che cancella l'inverno
Il fenomeno stravolge il meteo nel Pacifico. E fa schizzare i termometri
di tutto il mondo. L'Australia teme i colpi sull'economia
Per il prossimo inverno dimenticate cappotti, sciarpe, guanti. Forse
basterà un maglione. La colpa, dice l’Indipendent, è tutta del
ragazzino, El Nino, il fenomeno che stravolge il meteo nelle zone del
Pacifico, facendo aumentare la temperatura delle acque anche di un
grado e mezzo e creando pericoli per le tempeste sulle coste. Dopo tre
anni di assenza, scrive il quotidiano inglese, El Nino è tornato, e i
termometri sono pronti a schizzare anche in Europa.
Dove nasce
El Nino, chiamato così dai pescatori perché solitamente si verifica nel
periodo natalizio, nasce nell’Oceano Pacifico, il più caldo oceano
terrestre. Normalmente i venti spingono la superficie calda dell'acqua
verso ovest così, al largo delle coste del Cile e del Perù, può
giungere in superficie acqua fredda a rimpiazzare quella spinta via dal
vento, stabilizzando la temperatura. Ogni 3-7 anni, però, il vento
dell'est non arriva. La temperatura non si abbassa e un fronte di
calore si propaga per migliaia di chilometri verso est. climatico e
portare in superficie sostanze nutrienti che aumentano la presenza di
pesce.
Gli effetti
Secondo il centro di Ricerca geofisica dell’Università di Auckland
negli ultimi 50 anni le variazioni della temperatura media dello strato
atmosferico più basso si sono fondamentalmente allineate alle
variazioni indotte nell’Oceano Pacifico orientale dai fenomeni naturali
e circa l’80% dei cambiamenti sono causati dal Nino. L'ultimo rapporto
australiano, il 2 luglio, lo dava come molto probabile nel 2009, undici
anni dopo quello che, nel 1998, provocò la morte di oltre 2.000
persone. Oggi, fanno sapere da Londra, è arrivato. E le cose, nel 2010,
possono solo peggiorare. «Ci aspettiamo di vedere più cambiamenti
climatici di quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi anni» dice
Chris Follan, del Met Office Hadley Center.
I rischi
Le zone più colpite sono l’area sud-orientale dell’Asia, i cui boschi
minacciati dalla siccità e dalle fiamme, la parte costiera
dell’Australia, dove a questo punto è in bilico la produzione di grano,
e l'India, uno dei maggiori produttori e consumatori di prodotti che
vanno dallo zucchero ai semi di soia, che sta già vivendo la stagione
dei monsoni. Secondo un rapporto della Columbia University inoltre un
aumento della temperatura superficiale del mare di 1°C comporta un
aumento del 20% nel numero di casi di malaria. «Le condizioni hanno
raggiunto un punto tale che, se dovessero continuare a questo livello
per il resto dell'inverno nel sud e della primavera, il 2009 sarà
considerato l'anno di El Nino» scrive il governo australiano in un
rapporto fatto circolare dall’agenzia di stampa Reuters. «Non sembra
essere un fenomeno debole, ma neanche qualcosa che raggiunga i livelli
del 1997/1998». Gli esperti citati dall’Indipendent sostengono che,
come intensità, potrebbe piazzarsi al secondo posto nella “classifica”
stilata a partire dal 1923, anno in cui il Nino venne teorizzato da Sir
Gilbert Thomas Walker, e che raggiungerebbe il culmine durante
l’inverno. Le compagnie di assicurazioni stanno già studiando come
attrezzarsi di fronte ad una catastrofe, che arriverebbe nell’anno
della grande crisi economica.
di caldo che cancella l'inverno
Il fenomeno stravolge il meteo nel Pacifico. E fa schizzare i termometri
di tutto il mondo. L'Australia teme i colpi sull'economia
Per il prossimo inverno dimenticate cappotti, sciarpe, guanti. Forse
basterà un maglione. La colpa, dice l’Indipendent, è tutta del
ragazzino, El Nino, il fenomeno che stravolge il meteo nelle zone del
Pacifico, facendo aumentare la temperatura delle acque anche di un
grado e mezzo e creando pericoli per le tempeste sulle coste. Dopo tre
anni di assenza, scrive il quotidiano inglese, El Nino è tornato, e i
termometri sono pronti a schizzare anche in Europa.
Dove nasce
El Nino, chiamato così dai pescatori perché solitamente si verifica nel
periodo natalizio, nasce nell’Oceano Pacifico, il più caldo oceano
terrestre. Normalmente i venti spingono la superficie calda dell'acqua
verso ovest così, al largo delle coste del Cile e del Perù, può
giungere in superficie acqua fredda a rimpiazzare quella spinta via dal
vento, stabilizzando la temperatura. Ogni 3-7 anni, però, il vento
dell'est non arriva. La temperatura non si abbassa e un fronte di
calore si propaga per migliaia di chilometri verso est. climatico e
portare in superficie sostanze nutrienti che aumentano la presenza di
pesce.
Gli effetti
Secondo il centro di Ricerca geofisica dell’Università di Auckland
negli ultimi 50 anni le variazioni della temperatura media dello strato
atmosferico più basso si sono fondamentalmente allineate alle
variazioni indotte nell’Oceano Pacifico orientale dai fenomeni naturali
e circa l’80% dei cambiamenti sono causati dal Nino. L'ultimo rapporto
australiano, il 2 luglio, lo dava come molto probabile nel 2009, undici
anni dopo quello che, nel 1998, provocò la morte di oltre 2.000
persone. Oggi, fanno sapere da Londra, è arrivato. E le cose, nel 2010,
possono solo peggiorare. «Ci aspettiamo di vedere più cambiamenti
climatici di quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi anni» dice
Chris Follan, del Met Office Hadley Center.
I rischi
Le zone più colpite sono l’area sud-orientale dell’Asia, i cui boschi
minacciati dalla siccità e dalle fiamme, la parte costiera
dell’Australia, dove a questo punto è in bilico la produzione di grano,
e l'India, uno dei maggiori produttori e consumatori di prodotti che
vanno dallo zucchero ai semi di soia, che sta già vivendo la stagione
dei monsoni. Secondo un rapporto della Columbia University inoltre un
aumento della temperatura superficiale del mare di 1°C comporta un
aumento del 20% nel numero di casi di malaria. «Le condizioni hanno
raggiunto un punto tale che, se dovessero continuare a questo livello
per il resto dell'inverno nel sud e della primavera, il 2009 sarà
considerato l'anno di El Nino» scrive il governo australiano in un
rapporto fatto circolare dall’agenzia di stampa Reuters. «Non sembra
essere un fenomeno debole, ma neanche qualcosa che raggiunga i livelli
del 1997/1998». Gli esperti citati dall’Indipendent sostengono che,
come intensità, potrebbe piazzarsi al secondo posto nella “classifica”
stilata a partire dal 1923, anno in cui il Nino venne teorizzato da Sir
Gilbert Thomas Walker, e che raggiungerebbe il culmine durante
l’inverno. Le compagnie di assicurazioni stanno già studiando come
attrezzarsi di fronte ad una catastrofe, che arriverebbe nell’anno
della grande crisi economica.
NeveIvrea- Moderatore
- Numero di messaggi : 1076
Età : 31
Località : Ivrea 267 mt s.l.m
Data d'iscrizione : 02.03.09
Re: Arriva " El nino"! l'ondata di caldo che cancella l'inverno! da LASTAMPA
che pocaprofessionalitàche c'è sui giornali ragazzi!! citare l'inverno 1997/1998!! nel quale questo nino!! che secondo loro porta il caldo per tutto l'inverno ci ha fatto registrare 90 giorni da dicembre a marzo con minime sottozero!! e massime non oltre i 10°! che buffonata La Stampa!!
NeveIvrea- Moderatore
- Numero di messaggi : 1076
Età : 31
Località : Ivrea 267 mt s.l.m
Data d'iscrizione : 02.03.09
Re: Arriva " El nino"! l'ondata di caldo che cancella l'inverno! da LASTAMPA
Sia la stampa che il corriere della sera riportano questa notizia copiata dal quotidiano inglese The indipendent.
Ma el nino non è un fenomeno atmosferico come può essere un tornado, ma un insieme di ipotesi e misurazioni.
E' sempre esistito nei tempi ma solo dal 1923 un meteorologo dilettante Sir Gilbert Thomas Walter ne descrisse le caratteristiche.
El Niño era, in origine, il nome assegnato dai pescatori dell'America Meridionale al manifestarsi di un insolito aumento della temperatura dell'acqua lungo le coste pacifiche durante il periodo natalizio. El Niño, in spagnolo, significa infatti "Il Bambino" con riferimento a Gesù.
E' semplicemente un fenomeno di riscaldamento delle acque superficiali del pacifico tropicale. Normalmente i venti Alisei soffiano verso ovest lungo la fascia tropicale del Pacifico. Questi venti accumulano uno strato di acque calde superficiali nel Pacifico orientale. In questo modo la superficie del mare della regione indonesiana si solleva di mezzo metro rispetto a quella che bagna le coste dell'Ecuador. Anche la temperatura superficiale è di circa 8 gradi centigradi più alta rispetto a quella del Sud America: questo è dovuto alla risalita, nel Pacifico orientale, dei livelli profondi di acque fredde. Quando il nino si verifica gli Alisei si indeboliscono nelle regioni centrali e occidentali del Pacifico e, di conseguenza, il termoclino (lo strato di acque che sta al di sotto di quello superficiale, nel quale la temperatura si abbassa più velocemente rispetto agli altri strati) del Pacifico orientale si abbassano mentre si solleva quello occidentale. Le acque fredde si possono abbassare anche fino a 150 mt. di profondità.
in questo schema notiamo le condizioni normali.
in questo invece le condizioni che si verificano per il nino
Gli scienziati ancora non capiscono come El Nino si formi. Si ipotizza che le condizioni "El Nino" possano aver contribuito alle inondazioni del 1993 del Mississippi e del 1995 in California,alla siccità in Sud America, Africa e Australia.
Si ritiene inoltre che El Nino abbia contribuito alla mancanza di gravi tempeste come uragani nell'Atlantico del Nord che hanno invece colpito Stati come la Florida provocando gravi danni.
Sfortunatamente non tutti "El Nino" sono gli stessi né l'atmosfera sempre reagisce nello stesso modo da un "el Nino" all'altro. Questo è il motivo per cui gli scienziati della terra tra cui quelli della NASA continuano a partecipare agli sforzi internazionali per capire gli eventi "El nino". Speriamo che un giorno gli scienziati sarà in grado di fornire una spiegazione affinché si possa essere meglio preparati ad affrontare i danni e i cambiamenti del tempo che El Nino causa.
Per questo motivo l'articolo riportato dai giornali è il solito mucchio di cazzate, poichè nessuno può sapere con certezza cosa causeranno le condizioni "El nino" questa volta!
Ma el nino non è un fenomeno atmosferico come può essere un tornado, ma un insieme di ipotesi e misurazioni.
E' sempre esistito nei tempi ma solo dal 1923 un meteorologo dilettante Sir Gilbert Thomas Walter ne descrisse le caratteristiche.
El Niño era, in origine, il nome assegnato dai pescatori dell'America Meridionale al manifestarsi di un insolito aumento della temperatura dell'acqua lungo le coste pacifiche durante il periodo natalizio. El Niño, in spagnolo, significa infatti "Il Bambino" con riferimento a Gesù.
E' semplicemente un fenomeno di riscaldamento delle acque superficiali del pacifico tropicale. Normalmente i venti Alisei soffiano verso ovest lungo la fascia tropicale del Pacifico. Questi venti accumulano uno strato di acque calde superficiali nel Pacifico orientale. In questo modo la superficie del mare della regione indonesiana si solleva di mezzo metro rispetto a quella che bagna le coste dell'Ecuador. Anche la temperatura superficiale è di circa 8 gradi centigradi più alta rispetto a quella del Sud America: questo è dovuto alla risalita, nel Pacifico orientale, dei livelli profondi di acque fredde. Quando il nino si verifica gli Alisei si indeboliscono nelle regioni centrali e occidentali del Pacifico e, di conseguenza, il termoclino (lo strato di acque che sta al di sotto di quello superficiale, nel quale la temperatura si abbassa più velocemente rispetto agli altri strati) del Pacifico orientale si abbassano mentre si solleva quello occidentale. Le acque fredde si possono abbassare anche fino a 150 mt. di profondità.
in questo schema notiamo le condizioni normali.
in questo invece le condizioni che si verificano per il nino
Gli scienziati ancora non capiscono come El Nino si formi. Si ipotizza che le condizioni "El Nino" possano aver contribuito alle inondazioni del 1993 del Mississippi e del 1995 in California,alla siccità in Sud America, Africa e Australia.
Si ritiene inoltre che El Nino abbia contribuito alla mancanza di gravi tempeste come uragani nell'Atlantico del Nord che hanno invece colpito Stati come la Florida provocando gravi danni.
Sfortunatamente non tutti "El Nino" sono gli stessi né l'atmosfera sempre reagisce nello stesso modo da un "el Nino" all'altro. Questo è il motivo per cui gli scienziati della terra tra cui quelli della NASA continuano a partecipare agli sforzi internazionali per capire gli eventi "El nino". Speriamo che un giorno gli scienziati sarà in grado di fornire una spiegazione affinché si possa essere meglio preparati ad affrontare i danni e i cambiamenti del tempo che El Nino causa.
Per questo motivo l'articolo riportato dai giornali è il solito mucchio di cazzate, poichè nessuno può sapere con certezza cosa causeranno le condizioni "El nino" questa volta!
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